TRAGUARDI
L’alunno acquisisce consapevolezza di sé attraverso la percezione del proprio corpo e la padronanza degli schemi motori e posturali nel continuo adattamento alle variabili spaziali e temporali contingenti.
Utilizza il linguaggio corporeo e motorio per comunicare ed esprimere i propri stati d’animo, anche attraverso la drammatizzazione e le esperienze ritmico-musicali e coreutiche.
Scopre e esplora le possibilità del movimento creativo.
Sperimenta le relazioni del proprio corpo con lo spazio.
Sperimenta la condivisione con il gruppo delle emozioni provate.
Sperimenta la trasformazione del linguaggio non verbale del corpo in quello verbale e viceversa.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Utilizzare in forma personale modalità espressive e corporee attraverso forme di drammatizzazione e danza, sapendo trasmettere nel contempo contenuti emozionali
Elaborare ed eseguire semplici sequenze di movimento o semplici coreografie individuali e collettive
Vivere e comprendere le potenzialità del gruppo classe
Acquisire gli strumenti di base dell’espressione corporea
Sviluppare e integrare il linguaggio corporeo e quello verbale
ATTIVITÀ
“Il tunnel”, la relazione con l’ignoto, il “passaggio”.
Sperimentazione sulle possibilità di trasformazione del corpo.
Conoscenza e indagine degli elementi base dell’espressione corporea: il silenzio e il neutro.
Uso degli strumenti dell’espressione corporea: gesti, movimenti, forme, sguardi, energie.
Improvvisazioni nello spazio individuali e di gruppo.
IL PERCORSO
Il laboratorio di teatralità prevede la compresenza dei docenti di italiano e scienze motorie per favorire l’integrazione di codici differenti. In questo percorso si incontrano il linguaggio verbale, caratteristico di molte forme comunicative, e il linguaggio corporeo, al fine di tradurre la parola nel gesto e viceversa, per esprimere emozioni e sensazioni anche attraverso il corpo. Il laboratorio nasce infatti dall’esigenza di offrire a tutti gli alunni strumenti espressivi che possano integrare e rinforzare il linguaggio verbale, e in particolar modo a coloro che incontrano maggiori difficoltà nell’uso della parola.
Gli obiettivi, travalicando l’acquisizione e lo sviluppo di abilità specifiche nel campo del teatro, mirano a incrementare la consapevolezza del proprio corpo facendone emergere le potenzialità espressive.
Pertanto, il focus di interesse è costituito dall’espressione soggettiva e creativa del sé attraverso il movimento piuttosto che dal valore estetico e artistico della performance.
Di volta in volta, la lezione prende le mosse da una proposta, un’idea da esplorare (una lettura, la memoria di un’uscita o di una situazione esperita insieme, una richiesta motoria…), mantenendo circoscritta l’area di indagine. I docenti non offrono soluzioni preconfezionate, ma ricercano e costruiscono insieme ai ragazzi il percorso di teatralità, partendo dalle improvvisazioni e dalla tipologia di relazioni che il gruppo classe esprime.
In prima, l'accento è posto sulla costruzione del gruppo a partire dalle singole individualità senza trascurare l’acquisizione degli strumenti di base dell’espressione corporea (il gesto, la forma, le energie, lo sguardo, i contatti…). Le attività in palestra proposte di volta in volta attraverso modalità individuali, di coppia, in gruppo e sostenute dalla condivisione di letture mirate e dalla scrittura di testi prodotti dai ragazzi stessi, sono finalizzate alla riflessione profonda sulle dinamiche che caratterizzano il gruppo classe.
Il percorso quadrimestrale del primo anno si conclude con la presentazione alle famiglie di una lezione aperta parzialmente strutturata, durante la quale vengono proposti i momenti più significativi del percorso precedentemente organizzati in una sequenza armonica. In maniera sinergica, nel curricolo di italiano, viene svolta l'UDS Testo narrativo.
FASI DI LAVORO
Per le ragioni precedentemente elencate non è possibile né auspicabile progettare una scansione rigida delle attività. Quelle che seguono, esclusa l’attività iniziale del Tunnel che si svolge attraverso modalità e tempi comuni alle quattro prime, sono piuttosto aree tematiche, corredate ciascuna da un apparato di proposte dalle quali attingere liberamente e che possono essere rielaborate e intrecciate tra loro, sulla base dei bisogni specifici del gruppo classe. Alcune attività sono trasversali a diverse aree tematiche. Indipendentemente dai contenuti, ciascun incontro di teatralità si apre e si chiude con la richiesta di mettersi in cerchio, per introdurre le attività e per una riflessione finale condivisa
ATTIVITA’ INIZIALE – IL TUNNEL (2/4 moduli)
1 INCONTRO
Durante il lavoro in palestra, il conduttore cerca di parlare con calma e chiarezza in modo da non provocare domande negli allievi che saranno invitati, se non comprendono, ad adeguarsi al lavoro imitando i compagni.
I ragazzi si tolgono le scarpe e le lasciano in ordine fuori dalla palestra.
Inizia la musica. Scendono lungo il tunnel uno alla volta, e prima di uscire mostrano una parte del corpo (mano, piede, gamba, schiena, testa, fianco ecc....). Una volta usciti chiudono gli occhi e vengono accompagnati dal docente in un punto qualsiasi della palestra. Restano seduti in silenzio, osservando l’arrivo dei compagni. Vengono invitati a mantenere un “contatto” con le emozioni provate. Quando tutti i compagni sono seduti vengono invitati a chiudere gli occhi e ad attendere, rimanendo in silenzio. La musica sfuma.
Il docente legge ad alta voce un frammento del testo Io non ho paura di Ammaniti oppure In fondo alla palude di Lansdale.
I ragazzi vengono invitati a sdraiarsi, sempre ad occhi chiusi, e a percepire il pavimento sotto di sé. Su indicazione dell’insegnante, lentamente, cambiano posizione diverse volte (su un fianco, sulla pancia, ecc), fino a trovare la più piacevole.
Il docente legge la seconda parte del testo.
Concluso il testo, si attende qualche secondo in silenzio. Quindi i ragazzi sono invitati ad alzarsi e a sedersi in cerchio al centro della palestra.
Si condivide l’esperienza appena vissuta attraverso domande stimolo (Quali emozioni ha vissuto il/i protagonista/i della storia? Come prosegue la storia? Come ti sei sentito/a tu mentre scendevi lungo il tunnel? Come ti sei sentito/a durante la lettura e come ti senti adesso? Ecc….).
Saluto finale e uscita dalla palestra attraverso il tunnel.
2 INCONTRO
Togliersi le scarpe e lasciarle in ordine in un posto ben preciso fuori dalla palestra.
Scendere lungo il tunnel, prima di uscire, mostrare una parte del proprio corpo (mano, piede, gamba, schiena, testa, fianco ecc....). Una volta usciti chiudere gli occhi e attendere che un adulto ci accompagni in un luogo qualsiasi della palestra.Rimanere seduti in silenzio guardando l' arrivo dei nostri compagni. Mantenere un “contatto” con le emozioni piu evidenti che proviamo. Quando tutti i compagni saranno seduti chiudere gli occhi e attendere ...
Lettura del frammento “ IO NON HO PAURA” di N. Ammaniti
Mettersi a coppie, camminare tenendosi per mano, poi uno dei due chiude gli occhi e viene guidato dall' altro. Diminuire la velocità e dare sicurezza al compagno. Cambio. Idem, cambiare coppie 2/3/4 volte, ogni volta cambiare punto di contatto, una mano sulla spalla, una mano sulla testa, un dito sulla spalla Ad occhi chiusi. Due gruppi di egual numero, formano due cerchi concentrici uno interno fronte esterna, uno più grande esterno fronte interna. Prendere le mani del compagno di fronte a noi, con le proprie mani e studiarle toccandosele a vicenda. “Sentire” le mani del compagno prendendo mentalmente nota di tutte le caratteristiche (grandi/ piccole,lisce/ rugose, calde/fredde, asciutte/sudate, lunghe/tozze.......)Al termine, dopo un po', sempre ad occhi chiusi, far ruotare uno dei due cerchi e ripetere l' esperienza1/2/3 volte.
Seduti in cerchio grande, due al centro con occhi bendati. Uno preda, uno cacciatore. Utilizzare, nel silenzio il minimo rumore dell' altro per prenderlo o per non farsi prendere.
Dato lo spazio di metà palestra lavorano un massimo di 4/5 coppie, gli altri osservano: uno della coppia si può muovere solo sul perimetro dello spazio assegnato lanciando al compagno un richiamo concordato ( fiiiii, boooo, tatata, prèprèprè) l' altro si muove nell' area interna ad occhi chiusi e si dirige verso il richiamo.
Seduti in cerchio. Condivisione della propria esperienza.
Al termine risalire le scale dentro il tunnel e in silenzio recuperare le scarpe per poi tornare
IL SILENZIO: ASCOLTO E FIDUCIA.
Le attività possono essere introdotte ponendo l’accento sul silenzio e la sua importanza. E’ nel silenzio che il corpo si esprime e può essere ascoltato e percepito. Si può scrivere alla lavagna la seguente frase stimolo: “Spesso nel silenzio si possono percepire cose che in situazioni normali ci sfuggono…”
1. La scossa In cerchio, seduti o in piedi, tenersi per mano e con partenza dall'insegnante, far “circolare“ la stretta di mano, prima ad occhi aperti poi ad occhi chiusi.
2. Le mani Ad occhi chiusi. Due gruppi di egual numero, formano due cerchi concentrici uno interno (fronte verso l’esterno), uno più grande esterno (fronte verso l’interno). Prendere le mani del compagno di fronte e studiarle, toccandosele a vicenda. “Sentire” le mani del compagno prendendo mentalmente nota di tutte le caratteristiche (grandi/ piccole, lisce/ rugose, calde/fredde, asciutte/sudate, ecc…) Al termine, dopo un po', sempre ad occhi chiusi, far ruotare uno dei due cerchi e ripetere l’esperienza 1/2/3 volte.
3. Guidare il compagno Mettersi a coppie, camminare tenendosi per mano, poi uno dei due chiude gli occhi e viene guidato dall' altro. Diminuire la velocità e dare sicurezza al compagno. Cambio. Idem, cambiare coppie 2/3/4 volte, ogni volta cambiare punto di contatto: una mano sulla spalla, una mano sulla testa, un dito sulla spalla…
4. Guidare il compagno a coppie, uno dietro l’altro, il primo ha gli occhi chiusi il secondo lo guida con delle pressioni sulle spalle. Si ripete lo stesso esercizio in tre o quattro, ciascuno con le mani sulle spalle di quello davanti. Tutti hanno gli occhi chiusi tranne l’ultimo, che guida (portare l’attenzione dei ragazzi sulla precisione della comunicazione attraverso le mani di chi conduce e sull’ascolto da parte di chi si fa condurre).
5. Il gruppo che accoglie In piccoli gruppi uno corre ad occhi chiusi e il gruppo lo accoglie.
6. Caccia silenziosa Seduti in cerchio grande, due al centro con occhi bendati. Uno preda, uno cacciatore. Utilizzare, nel silenzio, il minimo rumore provocato dall’altro per prenderlo o per non farsi prendere.
7. Il richiamo Dato lo spazio di metà palestra lavorano un massimo di 4/5 coppie, gli altri osservano: uno della coppia si può muovere solo sul perimetro dello spazio assegnato lanciando al compagno un richiamo concordato (fiiiii, boooo, tatata, prèprèprè) l'altro si muove nell' area interna ad occhi chiusi e si dirige verso il richiamo, cercando di raggiungere il compagno.
LA PERCEZIONE DELLO SPAZIO
Esplorare la relazione tra spazio e corpo rappresenta una tappa importante nell’acquisizione della consapevolezza di sè. Non solo, ma è nello spazio condiviso che avviene l’incontro con l’altro. Riconoscere e rispettare lo spazio vitale proprio e altrui diventa oggetto di esperienza e, pertanto, di riflessione collettiva
1. Ricostruire l’ingresso nel tunnel:(Quest’attività può essere proposta nella lezione successiva al Tunnel) In palestra si srotola una lunga striscia di carta bianca. I ragazzi a turno riproducono e simulano il percorso fatto nel tunnel il più fedelmente possibile (angoli, deviazioni, ostacoli, emozioni…) e si posizionano a loro piacimento lungo il foglio steso a terra. Con colori, veline colorate, carta da collage, matite, tempere raffigurano il loro percorso anche attraverso la produzione di strutture tridimensionali. Durante il lavoro viene proposto lo stesso sottofondo musicale dell’attraversamento del tunnel.
2. Il percorso di Michele: (Quest’attività può essere proposta nella lezione successiva al Tunnel). Viene riepilogato collettivamente il percorso effettuato dal protagonista di Io non ho paura nella casa abbandonata, mettendo l’accento sulla successione delle azioni, delle sensazioni e degli spazi attraversati. Gli alunni, individualmente o a coppie, devono rappresentare attraverso dei movimenti inventati la sequenza delle azioni, costruendo un piccolo percorso da mostrare agli altri. Possono essere utilizzati i materiali della palestra (coni, cerchi, ostacoli, panche…). Sul testo della penitenza di Michele gli studenti evidenziano alcuni verbi di movimento e su quelli costruiscono la loro azione con il corpo. Possono disegnare su un foglio bianco il loro percorso segnando con punti, linee, colori le variazioni di movimento - strisciare, fermarsi, girare, alzarsi, saltare ecc… - . Il proprio foglio verrà sovrapposto a quello di un compagno in modo da mettere insieme i due percorsi “di paura”: nei punti di contatto si dovranno inventare delle modalità di incontro (abbraccio? scontro? aiuto?).
3. Trova l’oggetto: gli alunni si siedono in riga lungo il lato corto della palestra e un oggetto colorato viene sistemato a una decina di passi. I ragazzi osservano con attenzione l’oggetto. Un alunno viene bendato, accompagnato da un compagno fino a raggiungere l’oggetto e riaccompagnato indietro. Il ragazzo bendato toglie la benda, osserva ancora l’oggetto, e questa volta prova a raggiungerlo da solo (nuovamente bendato). Quando pensa di essere giunto vicino all’oggetto, si toglie la benda per verificare se è riuscito a raggiungerlo. Tutti gli alunni, a coppie, ripetono l’esercizio.
4. Camminate (vedi area tematica IL GRUPPO e GLI STRUMENTI DELL’ESPRESSIONE CORPOREA)
IL GRUPPO
1. Camminate: ciascuno cerca un posto nella palestra, facendo sì che la distribuzione nello spazio risulti omogenea. Inizia la musica e si comincia a camminare normalmente, con lo sguardo fisso davanti a sé. Allo stop della musica ci si deve fermare contemporaneamente. Si ripete l’esercizio fino a raggiungere il massimo sincronismo possibile.
2. Camminate : con la musica, si cammina in varie direzioni, cercando di far sì che lo spazio sia sempre occupato in modo omogeneo. Quando l’insegnante batte le mani ciascuno si ferma e fa un salto, gridando “EH”. Si ripete un paio di volte. Successivamente, quando l’insegnante batte le mani, il salto e l’urlo vengono fatti in due tempi. E’ fondamentale percepire gli altri perché ciascuno decide sul momento se saltare nel primo o nel secondo tempo, gli alunni devono coordinarsi spontaneamente. Si ripete. Poi, quando l’insegnante batte le mani, il salto e l’urlo vengono fatti in tre tempi, e così via, fino a un massimo di sette tempi.
3. Ritmo comune: si cammina, cercando di occupare lo spazio in modo omogeneo. A un certo punto si chiede a un alunno di introdurre una variante a sua scelta (camminare su un piede solo, saltellare a piedi uniti, camminare di lato, ecc) quando lo desidera, gli altri devono imitarlo, cercando di adeguarsi alla camminata il più in fretta possibile. Si ripete l’esercizio cambiando alunno. Successivamente si propone un gioco: divisi in due squadre, una squadra cammina, l’altra osserva. I “camminatori” hanno scelto in segreto un conduttore, che introdurrà le varianti e che dovrà essere imitato dagli altri membri della squadra. Gli avversari osservano e devono indovinare chi è il conduttore: maggiore è la sincronia tra i camminatori, più difficile è scoprire chi sia il conduttore. Poi le squadre si invertono.
4. Scambio di gesti: in piedi, in cerchio, l’insegnante fa un gesto (una stretta di mano, una carezza, una mano appoggiata sulla spalla) all’alunno alla sua destra. Il gesto deve fare il giro del cerchio e tornare al docente. Si ripete, ma questa volta mentre il gesto fa il giro si chiede a qualcuno di introdurne un altro. Poi un altro e un altro e un altro ancora. Per complicare le cose, i gesti possono percorrere giri opposti. Il gesto deve sempre tornare a chi lo ha fatto partire. Maggiore è il numero di gesti che fanno il giro, più alto è il livello di attenzione e percezione richiesto.
5. Gioco dei numeri: un alunno dice UNO ad alta voce. Qualcun altro, senza che vengano presi accordi precedentemente, dice DUE, qualcun altro TRE e così via. Quando due voci si sovrappongono, si ricomincia da capo. Lo scopo è arrivare al numero più alto possibile, senza sovrapposizione di voci. Si pone l’accento sul fatto che maggiore è l’attenzione rivolta agli altri, più è possibile progredire con la numerazione.
GLI STRUMENTI DELL’ESPRESSIONE CORPOREA (SGUARDO, GESTO, MOVIMENTI, ENERGIE, CONTATTI…)
GLI STRUMENTI DELL’ESPRESSIONE CORPOREA (SGUARDO, GESTO, MOVIMENTI, ENERGIE, CONTATTI…)
Energie 1: Gli alunni camminano nello spazio normalmente, con lo sguardo davanti a sé con musica di sottofondo. Man mano l'insegnante propone di introdurre delle modifiche: camminare lenti, veloci, camminare come se si fosse controvento/spinti dal vento, camminare come se si fosse attratti da una calamita. E ancora, camminare come se si fosse fatti di pietra, d’aria, d’acqua, ecc…
Contatti e sguardi Nelle camminate possono essere inseriti anche: 1) Gli sguardi: quando incontro un compagno mi fermo di fronte a lui e lo guardo negli occhi. 2) I contatti: quando incontro un compagno posso fermarmi davanti a lui e stabilire un breve contatto con la parte del corpo desiderata (oppure l’insegnante può dare indicazioni: la prima volta che si incontra un compagno lo si tocca con la mano, la seconda volta con un piede, e così via)
Forme: in cerchio, un alunno si mette al centro e propone una forma con il corpo, in modo istintivo (può essere stimolato da un’indicazione, es “una forma fredda, calda, rigida, morbida, dolce, amara, eccc), poi entra un compagno e risponde con un’altra forma. Il primo torna nel centro e ne entra un altro che risponde al secondo, e così via
Forme, variante: Si può dare un’indicazione aggiuntiva. Quando il compagno risponde alla forma del precedente deve “riempire un vuoto” nella forma dell’altro (es circondando la gamba del compagno con le proprie braccia) senza toccarlo.
Gioco della statua: due squadre, una squadra si siede e osserva, l’altra costruisce una statua umana nella quale ogni membro si inserisce man mano, riempiendo il vuoto di un compagno. Quando la scultura è pronta e immobile, gli avversari la osservano per alcuni secondi e escono dalla palestra. A questo punto la prima squadra introduce tre modifiche che gli avversari, al rientro, devono individuare. Le squadre si invertono.
Spazio, gioco della panchina (in giardino o in palestra usando una panca): il gruppo cammina secondo diverse modalità intorno a una panchina, tutti sono sempre in movimento, camminate lente, veloci, incontri, ma non ci si ferma mai, e ci si muove alternativamente nei pressi della panchina, e spostandosi più lontano; dopo qualche minuto l’insegnante comincia a dare delle indicazioni su quante persone devono sedersi sulla panchina: es.: in due sulla panchina, oppure in 7 sulla panchina, nessuno sulla panchina, solo uno sulla panchina, tutti sulla panchina (esiti divertenti, attenzione a non farsi male). L’obiettivo dell’attività è non precipitarsi per sedersi, e contemporaneamente porre l’attenzione a quante persone si stanno attivando (andare velocemente a sedersi se manca qualcuno rispetto al numero detto, o alzarsi se si è in troppi). Questo esercizio dovrebbe incentivare i più restii ad esporsi a partecipare attivamente, e, al contrario, abituare quelli che non lasciano mai spazio agli altri a tirarsi indietro senza catalizzare l’attenzione di tutti su di sé. Si può scegliere di nominare un alunno/alunna a condurre le regole: es.: la panchina è di…, solo lui, lei può decidere chi si siede eccetera.