TRAGUARDI
L’alunno:
esplora e sperimenta, in laboratorio e all’aperto, lo svolgersi dei più comuni fenomeni, ne immagina e ne verifica le cause;
ricerca soluzioni ai problemi, utilizzando le conoscenze acquisite;
possiede un patrimonio di conoscenze e nozioni di base ed è allo stesso tempo capace di ricercare e di procurarsi velocemente nuove informazioni ed impegnarsi in nuovi apprendimenti anche in modo autonomo (6 imparare ad imparare)
utilizza adeguate risorse materiali, informative e organizzative per la progettazione e la realizzazione di semplici prodotti, anche di tipo digitale (4 Competenze digitali)
rispetta le regole condivise, collabora con gli altri per la costruzione del bene comune esprimendo le proprie personali opinioni e sensibilità (11 Competenze sociali e civiche).
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Acquisire atteggiamenti cognitivi indagatori sul territorio.
Leggere e interpretare carte del territorio per orientarsi in esso.
Dedurre e descrivere i principali effetti dell'antropizzazione di un territorio e conoscere le principali azioni di prevenzione del dissesto.
Riconoscere un corso d'acqua e conoscere i concetti ad esso correlati (alveo, argini, letto, sorgente, foce, regime e portata).
Riconoscere e descrivere un bacino idrografico, i suoi confini e gli elementi tipici che lo compongono (spartiacque, versante, pendenza, corso d'acqua).
Conoscere il concetto di rischio idrogeologico attraverso alcuni degli elementi che lo definiscono.
Riconoscere su carta topografica i fattori di rischio idrogeologico del territorio rappresentato.
Descrivere la risposta del territorio ad un evento piovoso: l’influenza di area, pendenza e tipologia d’uso del suolo.
Saper raccogliere e conservare i materiali e le informazioni inerenti un percorso didattico.
Risalire all'informazione utilizzando i propri materiali.
Divenire consapevole di alcuni dei processi di metacognizione messi in gioco nell'apprendimento di un percorso didattico.
Definire i propri limiti e i propri punti di forza messi in atto.
Saper riflettere e valutare i propri meccanismi di apprendimento .
Saper realizzare un prodotto finale digitale che riassuma gli elementi essenziali del laboratorio attraverso una propria reinterpretazione.
ATTIVITÀ
Analisi delle preconoscenze attraverso la discussione sul significato dei termini “rischio idrogeologico” e la somministrazione di un questionario/intervista.
Costruzione di un glossario contenente i termini specifici.
Costruzione di una mappa concettuale condivisa che metta in relazione cause ed effetti delle alluvioni.
Studio delle diverse tipologie di alluvione partendo dalla visione di documentari/reportages.
Riconoscimento e analisi dei principali corsi d'acqua della provincia di Genova e dei relativi bacini idrografici tramite google earth, mappe topografiche e un'uscita sul territorio.
Analisi e studio della conformazione del territorio e delle relazioni tra suolo e pendenza, suolo e vegetazione, suolo e azione antropica.
Lettura e interpretazione di dati sulla piovosità.
Studio del rischio idrogeologico di un territorio attraverso l'analisi di carte topografiche.
Documentazione e autovalutazione in itinere del laboratorio mediante la compilazione di tabelle, stesura di relazioni, discussione ed elaborazione di mappe concettuali.
Realizzazione di un prodotto finale digitale per ciascun laboratorio documentato che ne riassuma gli elementi essenziali.
IL PERCORSO
L'U.D. prevede l'analisi della conformazione del territorio ligure e di alcuni concetti legati al dissesto idrogeologico, quali spartiacque, rischio, bacino idrografico, versante, corso d'acqua, portata, regime, pendenza, con lo studio delle relazioni tra: suolo e pendenza, suolo e vegetazione, suolo e azione antropica.
Viene studiata a livello qualitativo la risposta di un bacino ad un evento piovoso prendendo in considerazione variabili legate alla quantità di acqua e al tempo di risposta.
FASE 1
ANALISI DELLE PRECONOSCENZE E AVVIO DELLA COTRUZIONE DI UNA MAPPA CONCETTUALE E DI UN GLOSSARIO
Brainstorming sulle parole dissesto idrogeologico: si chiede agli alunni cosa si intende per "dissesto idrogeologico", partendo proprio dall'analisi di queste due parole, si comincia ad indagare sulle idee dei ragazzi in merito; si scrive alla lavagna ciò che viene detto dagli studenti e si costruisce una definizione condivisa del termine [situazione di instabilità del suolo e del sottosuolo dovuta all'azione dell'acqua] da scrivere su un nuovo foglio su cui in seguito si creerà un glossario.
Nel glossario verranno inseriti tutti i termini specifici che si incontreranno strada facendo, come ad es. alveo, tombatura, esondazione, inondazione, curve di livello, etc...
COSTRUZIONE DI UNA MAPPA CONCETTUALE:
L'insegnante costruisce una mappa concettuale utilizzando la lavagna o strumenti digitali quali Cmap o Xmind in modo da organizzare le prime conoscenze trattate; si chiede ai ragazzi di riflettere su quali siano le cause e quali gli effetti del dissesto: è una domanda aperta, le risposte verranno costruite durante l'intero percorso, ma occorre che già dalle prime fasi sia presente lo stimolo.
Somministrazione di un questionario/intervista: Si somministra un questionario su ricordi/impressioni di alluvioni precedenti: gli studenti rispondono in classe e poi lo sottopongono come compito a casa ad un adulto/coetaneo. Durante la lettura in classe si segnano le parole chiave che hanno un riferimento al dissesto idrogelogico. Quindi con gli studenti si discute come riordinare le parole scritte, arrivando a decidere di classificarle in base alle cause e agli effetti. NOTA: va posta attenzione a non creare negli studenti la superficiale uguaglianza dissesto=alluvione; se è vero che il questionario parte proprio dalle alluvioni, perché il territorio di Genova ne è particolarmente colpito, e quindi è facile che gli studenti abbiano opinioni in merito, o ricordi di esperienze personali da condividere, è compito del docente allargare la tematica ad un insieme di eventi ben più variegato.
COSTRUZIONE DI UN GLOSSARIO:
Viene avviata la costruzione di un glossario per la terminologia specifica; ogni studente sul proprio quaderno annota le parole nuove e si arriva a darne una definizione condivisa. Ad ogni lezione il glossario verrà integrato con nuovi termini. Se lo si ritiene utile, è possibile crearne anche una versione "di classe", assegnando l'incarico di aggiornare il glossario ad uno o più studenti. Questa attività può essere condotta anche mediante l'utilizzo di wiki o blog.
FASE 2
VISIONE DOCUMENTARIO TG2 DOSSIER (o altro)
Visione del documentario (tutto o in parte) per comprendere le varie tipologie di alluvione in relazione al territorio, acquisire la consapevolezza della loro diffusione e frequenza e sviluppare la capacità d'analisi di una situazione attraverso la visione di filmati.
FASE 3
CURVE DI LIVELLO E PROFILO ALTIMETRICO
Costruzione di un profilo altimetrico con spiegazione frontale alla lavagna partendo dall'esempio di monte Pinasco (vedi materiali). Esercitazione in classe individuale sulla costruzione di profili altimetrici utilizzando la scheda di lavoro con porzione di territorio.
FASE 4
LETTURA DI UNA CARTA TOPOGRAFICA E CALCOLO SUPERFICIE DEL BACINO DEL BISAGNO
1) Osservazione di una carta del piano di bacino del Bisagno e sua lettura: interpretazione della legenda, simboli (sono a disposizione le diverse carte del Piano di bacino del bisagno)
2) Calcolo della superficie del bacino del Bisagno usando il metodo della quadrettatura e la scala.
FASE 5
TEMPO DI CORRIVAZIONE CON MODELLO 3D
Si mostra ai ragazzi un plastico dei tre bacini principali di Genova: il bacino del Bisagno, quello del Polcevera e quello del Lagaccio. Si versano sul plastico uguali quantità di acqua con l'aiuto di un annaffiatoio e si raccoglie e si misura la quantità di acqua che arriva alla "foce" dl bacino in presenza di tre diversi substrati (pellicola trasparente, asciugamano, carta assorbente), i quali simulano tre tipi di terreno (impermiabile, semipermiabile, permiabile) a copetura vegetale oppure coperto dal cemento o misto.
Con l'uso di carta assorbente si simula la presenza di vegetazione, mentre con delle spugne prima asciutte e poi già umide si può simulare il suolo impermeabile o permeabile, l'assenza di carta o di spugna potrebbe simulare l'assenza di vegetazione e quindi il cosiddetto "effetto lavandino".
Con un cronometro si misura il tempo che impiega l'acqua a riempire il recipiente posto in corrispondenza della foce (tempo di corrivazione).
Il volume d'acqua raccolto viene poi misurato per calcolare la % dell'acqua assorbita in presenza dei tre tipi di substrati.
Conoscere il concetto di tempo di corrivazione e di quanto questo possa essere influenzato dal territorio, dalla vegetazione e dal tipo di terreno, inoltre appare abbastanza evidente anche quanta acqua venga assorbita nei vari casi e questo può rinforzare i concetti di causa effetto relativi alla relazione tra pendenza, piovosità, copertura vegetale e diverse caratteristiche del suolo.
FASE 6
CLASSIFICAZIONE DEI CORSI D'ACQUA E PORTATA
Attività di riepilogo sui principali tipi di corsi d'acqua, sul concetto di bacino idrografico e spartiacque.
La scheda allegata contiene la definizione di portata di un fiume con unità di misura e formule dirette e inverse. Vi sono inoltre alcuni esempi ed esercizi che permettono di analizzare meglio il concetto.
FASE 7
COSTRUZIONE PLUVIOMETRO E ANALISI DATI DI PIOVOSITA'
Attività di lettura dati pluviometrici
Costruzione del pluviometro e uso dello strumento per la misura
FASE 8
ANALISI DEL RISCHIO E SISTEMA DI ALLERTA
Definizione del concetto di rischio e analisi di differenti situazioni
USCITA
USCITA RIGHI
L'uscita si può programmare sia come attività di avvio sia come attività di approfondimento/consolidamento alla fine della fase 5.
opuscolo Il parco delle mura (uscita 20_21)
COMPITI DELLE VACANZE
COMPITI DELLE VACANZE visione del documentario:
Fuori Luogo - Genova: Strade d'acqua - St 2015 - 58 min
La Genova di secoli fa era una città arroccata sulle alture e i suoi cinque corsi d'acqua liberi di scorrere a mare. Successivamente la città è cresciuta, senza tenere conto dei vincoli naturali. Si è pensato di poter controllare i fiumi attraverso gli argini, ma i torrenti intombati si trasformano in trappole e la città è continuamente a rischio alluvioni. Sono 3.395 le opere anti-emergenza scaturite dagli accordi Stato-Regioni nel 2009-2010: dopo quattro anni il 78% è ancora misteriosamente bloccato.
INDICATORI DI VALUTAZIONE
Indicatori valutati:
Scienze 1 - osservare e descrivere: osserva i fenomeni che descrivono il dissesto idrogeologico e ne coglie gli aspetti caratterizzanti: regolarità, fluttuazioni, andamento temporale. Distingue l'attività di eventi naturali da quelli antropici
Scienze 2 - rappresentare e modellizzare: rappresentare la complessità dei fenomeni con disegni, descrizioni orali e scritte,mappe. Rappresentare e costruire modelli interpretativi di fatti e fenomeni.
Scienze 3 - mettere in relazione e argomentare utilizzando il linguaggio specifico: identifica variabili, costanti e vincoli che entrano in gioco nel dissesto idrogeologico. Individua nessi di causa ed effetto di diverso tipo e livello (tenendo anche conto del rapporto tra locale e globale). Discute su fatti, fenomeni, dati relativi al dissesto idrogeologico e sulla interpretazione dei vari aspetti coinvolti. Argomenta le proprie opinioni, anche con uso di esempi ed analogie. Comprendere ed utilizzare un linguaggio scientifico adeguato al contesto.
Tecnologia 1: osservare, analizzare e descrivere la realtà cogliendone gli elementi caratterizzanti che la contraddistinguono
Tecnologia 2: rielaborare le conoscenze al fine di progettare/produrre elaborati grafici o infografici
Tecnologia 3: realizzare elaborati grafici con tratto preciso e uniforme
NOTE
BIBLIOGRAFIA
Sara, Frumento. Il rischio idrogeologico in Italia: Guida pratica, Cause del dissesto, Strumenti e tipologie di intervento. Wolters Kluwer Italia, 2014.
Andreotti, S., Zampetti, G., & editoriale di Anna Polazzo, C. (2007). Le buone pratiche per gestire il territorio e ridurre il rischio idrogeologico. Testo consultabile al sito http://www. legambiente. it/sites/default/files/docs/Libro_protCivile_buonepratiche_0000, 1113.
Bandecchi, A. E., Galeazzi, G., Pecori, B., & Casagli, N. Laboratori pedagogico-didattici sul rischio idrogeologico a Scienze della Formazione Primaria Un esempio di integrazione tra ricerca, didattica, tirocinio e professione insegnante.
Amanti M. (2014), Frane. La fragilità del territorio italiano fra eventi estremi, caratteri geologici e aggressioni antropiche, in e. guidoboni, g. valensise(a cura di), L’ Italia dei disastri. Dati e riflessioni sull’impatto degli eventi naturali 1861-2013, Bononia University Press, Bologna, pp. 159-190
Pietrapiana, D. (2016). Developing Metacognition at School: a Learning Integrated Approach. In Metacognition: theory, performance and current research (pp. 95-121).
Cipolli, C., & Pietrapiana, D. Esperienze di documentazione e metacognizione come pratiche didattiche integrate.Didamatica 2015, Genova, 15-17 aprile 2015